Le notti dell'incubo


Indice


Capitolo Primo

James si svegliò di soprassalto e si guardò intorno, terrorizzato. Era successo di nuovo.
La paura accelerava il battito del cuore, mentre i suoi occhi si abituavano al buio.
"Dannazione", pensò.
Quella era la seconda notte dell'incubo, in base a quanto gli aveva riferito la vecchia zingara al mercato.
James non era mai stato un tipo scontroso, ma il giorno in cui era cominciato tutto era furioso, vuoi per il litigio con sua moglie, vuoi per il suo declassamento all'azienda nella quale lavorava.
Camminava velocemente nella via del mercato, quando andò a sbattere contro un'anziana signora.
<< Fate carità, buon signore, ho bisogno per mia familia>>, aveva detto lei, approfittando dell' occasione.
Non appena James si era girato verso di lei aveva visto due denti d'oro, e quello era stato troppo.
<< Stai alla larga, zingara>>, aveva detto. << Ma guardati, denti d'oro e ancora elemosini denaro ai passanti. Sono sicuro che hai anche una bella villa eh? Sparisci e tornatene al tuo paese, invece che star qui a rubare>>.
Qualcosa era cambiato in quel momento negli occhi della zingara.
Quegli occhi tristi e vuoti ora avevano lasciato posto a due occhi diabolici e pieni di rabbia.
<< Come hai osato? Pensi di poter umiliare me in questo modo? Non sai cosa succede a chi offende zingare kawè? Che tu sia maledetto, tu e tua stirpe. Troverai la morte in queste notti dell' incubo. Kawè-vă-trimite-coșmarul! Kawè-vă-trimite-coșmarul! Kawè-vă-trimite-coșmarul! >>.
La zingara aveva emesso un urlo terrificante, e si era allontanata dal mercato.
James non aveva fatto caso alle sue parole, ed era tornato a casa, ignaro della maledizione che si sarebbe scatenata su di lui.

La sua giornata era trascorsa normalmente. Era tornato a casa nel pomeriggio, si era messo a scrivere un progetto di minore entità per la sua azienda sperando in una promozione, aveva giocato con suo figlio Mike, aveva portato la la sua famiglia a cena al ristorante e si era messo a dormire.

All'improvviso un rumore forte era giunto dalla cucina. James era balzato in piedi, ed era rimasto sorpreso del fatto che il rumore non aveva disturbato minimamente il sonno di sua moglie. Si era affacciato sul corridoio, accertandosi che la porta della stanza di Mike fosse chiusa. Era sceso lentamente le scale e si era diretto verso la cucina. Pensando all'eventualità di un ladro, James aveva preso la mazza da baseball di suo figlio, poi era entrato. Tutto sembrava in ordine, per cui si era tranquillizzato ed era uscito dalla cucina, chiudendone la porta.
In quel momento aveva sentito la porta che aveva appena chiuso riaprirsi, ed aveva avuto il tempo solo di intravedere con la coda dell'occhio una sagoma nera alle sue spalle, prima di svegliarsi.


Capitolo Secondo

James aveva concluso di essersi fatto suggestionare dall'incontro con la zingara al mercato, per cui aveva dimenticato il sogno e si era diretto all'azienda.
<< Signor Warren, ecco il suo progetto >>, aveva detto, sperando che il suo lavoro gli avrebbe quantomeno ridato la sua precedente posizione aziendale.
<< Oh, mio caro James >>, aveva risposto lui.
<< Sei stato davvero rapido, e il progetto mi affascina. Si, credo che potrei proporlo alla prossima riunione. Ah, dimenticavo >>.
Il volto di James si era illuminato. Forse il momento era arrivato.
<< Questa sera dovresti sostituire Wilson nel turno di notte, è in malattia. Buon lavoro >>, aveva detto il presidente Warren, ed era uscito dallo studio.
James si sentiva in preda alla collera. Alan Wilson era il genere di impiegato nullafacente, con il grado più basso, che non perdeva occasione per rubare giorni di ferie. "Altro che promozione ", aveva pensato.
Tornato a casa aveva riferito a sua moglie dell'incontro con il presidente, e lei si era limitata ad annuire e rispondere << Lo so che è stressante, caro, ma resisti, se il progetto verrà accettato alla riunione dovranno per forza promuoverti >>.
James, per niente rincuorato dalle parole di sua moglie, si era seduto sulla poltrona, con una tazza di caffè in mano e lo sguardo fisso nel vuoto.
<< Papà, giochiamo? >>, lo aveva chiamato Mike.
<< Non oggi, campione. Papà non sta bene >>, aveva risposto lui.
<< Oh, ok >>, si era limitato a rispondere tristemente suo figlio, ed era andato in camera sua a giocare da solo.
Ormai era sera, e dopo una cena veloce James aveva dato un bacio a sua moglie, accarezzato i capelli color rame di suo figlio, ed era uscito di casa.
Era arrivato puntuale al lavoro, ed aveva incontrato il suo amico Bill Ramsay.
<< Ehi, James! Turno di notte? >>, aveva detto lui.
<< Lasciamo stare, Bill >>, aveva risposto James. << Copro il turno di Wilson>>.
<< Ah, Wilson. Sicuramente avrà mandato una delle sue solite malattie. Io vado a casa, amico. Ti auguro una buona nottata >>. Con quelle ultime parole Bill aveva preso il suo giaccone, ed era tornato a casa.
James era solo, intento a ordinare pile di documenti, maledicendo Alan Wilson di tanto in tanto.
Aveva finito di mettere in ordine tutto quanto dopo quattro ore, per cui aveva deciso di dormire fino al cambio di turno.
Erano le 05.20, quando James aveva sentito dei passi nel corridoio.
Che sia Robert? Allora non ero solo ", aveva pensato.
Robert Blane era il vecchio guardiano, che nei turni notturni camminava per i corridoi dell'azienda. Quando non era intento a ubriacarsi nel suo stanzino, certo.
Aveva preso la sua torcia ed era entrato nel corridoio.
<< Rob, sei tu? >>, aveva gridato James.
<< Sono James Anderson. Non sapevo che fossi qui >>, aveva aggiunto.
Dal corridoio non era giunta nessuna risposta, ma il rumore dei passi era cessato improvvisamente.
Nell'edificio adesso regnava il silenzio, mentre James percorreva il lungo corridoio.
All'improvviso il rumore era ricominciato, ma questa volta i passi erano più pesanti, sempre più vicini.
James aveva paura, e indietreggiava lentamente, mantenendo lo sguardo fisso verso l'oscurità davanti a lui.
I passi stavano accelerando, qualcuno stava correndo verso di lui.
Di nuovo, i passi si erano interrotti.
James non riusciva a muoversi, era consapevole che qualcuno era fermo a pochi metri da lui, avvolto dalle tenebre.
<<...James...>>, aveva sussurrato una voce alle sue spalle.
James si era voltato e si era trovato faccia a faccia con sua moglie.
<< Claire? >>, aveva detto lui, sorpreso. << Che ci fai tu qui? >>.
Subito dopo la sua domanda James si era messo ad urlare in preda alla paura.
Le guance di Claire si erano aperte congiungendosi alla bocca, creando un sorriso terrificante e rivelando una fila di denti seghettati. I suoi occhi erano spalancati ben oltre il limite umano, e con la bocca sanguinante e una voce agghiacciante aveva detto << Coșmarul >>.


Capitolo Terzo

James si svegliò di colpo. Man mano che i suoi occhi si abituavano all'oscurità comprese di essere ancora seduto nello stanzino di Alan Wilson. Cercò di ricordare, quella parola non gli era nuova.
"Ma certo!", pensò, ricordando tutto. Quella parola gli era stata detta dalla zingara Kawè la mattina precedente.
Si sforzò di restare sveglio fino al cambio del suo turno, poi tornò a casa. Decise di non raccontare nulla a sua moglie, per lo meno non ancora.
Dopo una veloce colazione iniziò a fare delle ricerche sul suo computer.
Digitando le parole chiave Kawè e Coșmarul, venne a conoscenza di un'antica tribù di zingare, le zingare Kawè, temute perfino dalle altre tribù.
Secondo le leggende i membri della tribù avevano stretto, in tempi remoti, un patto con un'entità demoniaca, vendendo la loro anima in cambio del potere di evocare Coșmarul, conosciuto anche come l'incubo. Con il tempo la tribù Kawè aveva iniziato a sparire, e piano piano di loro non si era saputo più nulla, benché alcune voci ritenevano che la tribù esistesse ancora.
Un'ulteriore ricerca del demone fece rabbrividire James.
Coșmarul, l'incubo. Stando ai racconti si trattava di un antico demone pagano, che si nutriva delle anime dei malcapitati incontrati sul suo cammino. Tuttavia, il demone era molto esigente. Più le anime erano terrorizzate, più egli diventava potente dopo averle divorate. Questo era il motivo per cui Coșmarul aveva creato le notti dell'incubo. Durante queste notti il demone appariva in sogno alla vittima, terrorizzandolo sempre di più fino alla quarta notte, l'ultima notte dell'incubo, nella quale divorava l'anima ormai in preda al terrore del malcapitato.
Tuttavia, il suo potere non era illimitato. Secondo la leggenda, il demone rinunciava alla sua caccia se la vittima della maledizione sopravviveva fino al mattino successivo alla quarta notte.

Quell'ultima frase aprì una speranza nel cuore di James. Se la leggenda della maledizione era vera, gli sarebbe bastato restare in vita.


Capitolo Quarto

James trascorse la sua giornata con il pensiero fisso sulla maledizione. A nulla era servito chiedere informazioni sulla zingara nel quartiere del mercato. Nessuno sapeva dove si trovasse, sembrava sparita nel nulla.
La giornata passò in fretta, tra un paio di lanci a baseball con suo figlio, il suo lavoro e il tempo trascorso con sua moglie.
Giunse la sera, e James iniziò ad aver paura. Era stanco, troppo stanco, ma sapeva che addormentarsi avrebbe significato incontrare quel demone ancora più spaventoso.
Posso farcela ", pensò.
Attese che la moglie si fosse addormentata e scese in cucina, dove bevve alcune lattine di bevande energetiche, per rimanere sveglio più a lungo possibile.
L'effetto, tuttavia, durò poco, e James si addormentò sul divano.
<< Caro >>, lo svegliò sua moglie.
<< Mi sono svegliata e ho visto che non c'eri, per cui sono scesa dopo aver visto la luce della cucina accesa. Va tutto bene? >>.
<< Claire, amore >>, rispose lui.
<< Scusami, mi era venuta sete, tutto qui. Torniamo a letto >>.
Prese la mano di sua moglie e salì le scale, pronto a rientrare nella camera da letto. Oltrepassata la porta, però, accadde qualcosa.
James si trovò all'improvviso in un meraviglioso giardino, pieno di fiori.
No, dannazione ", pensò lui.
Devo svegliarmi, o lui verrà qui ".
<< Chi verrà qui, Caro? >>, rispose Claire leggendogli nel pensiero. << Qui non c'è nessuno, solo io, tu e loro >>.
James si guardò intorno, e capì di non essere solo con sua moglie.
Accanto a lui, infatti, c'era suo figlio Mike, assieme ai suoi genitori ormai defunti, ma con un'aria serena.
<< Papà, giochi con me ora? >>, disse suo figlio porgendogli la mazza da Baseball, ma James era intento a guardare i suoi genitori.
<< Papà >>, disse l'uomo piangendo.
<< Mi dispiace di non esserci stato nell'ultimo momento, non riesco a perdonarmelo >>.
L'espressione sul volto di suo padre cambiò di colpo, passando da serena a infuriata.
<< Non ti perdonerò mai, non meriti il perdono, presto morirai anche tu! >>, gridò.
James era in preda al dolore, non avrebbe mai immaginato una risposta simile, neanche in un sogno.
<< Papà, giochiamo? >>, disse suo figlio, ma James notò una voce diversa, quasi metallica.
Si girò di scatto verso suo figlio allontanandosi da lui, e in quel momento tutto cambiò.
Attorno a lui ora c'erano i corpi dei suoi cari in decomposizione. L'odore pesante di carne putrefatta gli rendeva difficile respirare.
I cadaveri tesero le mani ossute verso di James, cercando di ghermirlo, mentre lui cercava di scappare.
La paura, tuttavia, lo aveva immobilizzato, e i cadaveri si erano fiondati su di lui mordendolo e graffiandolo.
James urlò in preda al dolore, e prima di chiudere gli occhi scorse dietro la fila di morti una figura nera, con lunghe corna, che sogghignava dicendo con una voce terrificante << Domani sarai mio! >>.


Capitolo Quinto

<< James! Svegliati! >>, gridò Claire, scuotendolo.
James aprì gli occhi, e quello che sua moglie vide in quel momento furono due occhi pieni di terrore.
Non posso raccontare a Claire della maledizione. Mi prenderebbe per matto ", pensò James.
<< Sto bene, amore >>, mentì.
<< Era solo un incubo >>.
Claire lo guardò preoccupata, ma alla fine decise di credergli.
Dopo aver fatto colazione James si recò in farmacia, acquistando alcune compresse di caffeina per non addormentarsi.
Decise di passare la giornata intera con suo figlio e con sua moglie, temendo di non rivederli più.
Nel pomeriggio, dopo essere stato sul divano con la sua famiglia, James iniziò ad assumere i farmaci, e dopo un po' sentì di non avere più sonno.
<< Campione, oggi giocano i Dodgers >>, disse a suo figlio.
<< Ti andrebbe di andarli a vedere? Naturalmente verrà anche la mamma con noi >>.
<< Wow, e me lo chiedi? I Dodgers! >> esclamò suo figlio. << Grazie mille, papà. Sei il migliore >>
James e la sua famiglia salirono in auto, diretti verso lo stadio.
Quel giorno era molto importante per la qualificazione dei Dodgers, per cui lo stadio era pieno di tifosi.
James trovò posto in tribuna e comprò dei popcorn per suo figlio.
<< Guarda papà, vorrei essere come loro da grande >>, disse Mike.
<< Ma certo, campione >>, rispose lui, abbracciandolo.
<< Se è questo il tuo sogno credici, e magari si avvererà >>.
La partita era quasi giunta al termine, il battitore stava per lanciare l'ultima palla, quando all'improvviso si fermò e guardò fisso verso la tribuna, seguito, in quel gesto insolito, dal resto dei giocatori.
Le loro espressioni erano vuote, come se quei corpi non avessero un'anima.
Nello stadio ora regnava il silenzio assoluto.
<<...Coșmarul...>>, disse sottovoce un tifoso accanto a James.
<< Come, scusi? >>, rispose James, sperando di aver sentito male.
<<...Coșmarul...Coșmarul...>>, disse un altro uomo alle sue spalle.
Piano piano tutti i tifosi si alzarono in piedi e si girarono verso James.
<< Claire! Mike! Tutti alla macchina, subito! Vi spiegherò tutto lì >>, gridò lui.
La loro cantilena continuava, e mentre James e la sua famiglia correvano l'uomo notò che i volti dei tifosi assumevano una colorazione biancastra e la pelle iniziava a staccarsi a brandelli dai loro corpi sanguinanti.
Questo non è possibile ", pensò James.
Secondo la leggenda Coșmarul arriva in sogno, non può essere qui! "
Saliti in auto James raccontò ogni cosa a sua moglie, che non poté fare a meno di credergli considerati i recenti avvenimenti.
<< Papà, ho paura >>, disse Mike.
<< Non preoccuparti, Mike >>, rispose James.
<< Ormai siamo lontani dallo stadio >>.
<< Papà, non è di quelle persone allo stadio che ho paura >>, rispose suo figlio piangendo.
<< Qualcosa mi guarda dal finestrino >>.
James ebbe solo il tempo di girarsi e di vedere un volto terrificante sul finestrino, prima che suo figlio venisse risucchiato fuori dall'auto.
L'uomo fermò la macchina immediatamente, e corse fuori. Di suo figlio non c'era traccia.
Una pozza di sangue, tuttavia, lasciava immaginare cosa fosse accaduto.
James urlò in preda al dolore, seguito da sua moglie.
Il pianto di Claire, però, durò poco. Ora nei suoi occhi c'era il terrore puro.
Una sagoma nera con le corna era in piedi davanti a lei, e da quella distanza James poté solo osservare il demone sollevare il corpo di sua moglie e staccarle la testa di netto.
<< Maledetto, maledetto ! >>, gridò James, correndogli incontro.
Nel momento in cui il suo pugno colpì il demone, però, questo svanì.
James era rimasto solo, il corpo di sua moglie giaceva tra le sue braccia, quello di suo figlio era sparito nel nulla.
<< Claire, no...>>, disse singhiozzando.
In quel momento, però, la mano della moglie si mosse e lo afferrò con forza.
Dietro di lui ricomparve Coșmarul, e questa volta James poté osservare nei dettagli il volto spaventoso che aveva quella creatura.
Il demone sollevò James, mentre i suoi artigli si avvicinavano al cuore dell'uomo.
James si mise ad urlare quando gli artigli penetrarono nella sua carne, e fu in quel momento che iniziò a sentire un suono in lontananza.
Una...sveglia? ", pensò.
A quel punto aprì gli occhi.
<< Caro, sicuro di sentirti bene? Non è da te addormentarti all'improvviso sul divano >>, disse Claire.
Non posso crederci, ce l'ho fatta ", pensò James.
<< Mai stato meglio, amore >>, rispose, baciandola.
Corse in camera di suo figlio abbracciandolo.
<< Papà, ma che ti prende? >>, rise suo figlio.
<< Ti voglio bene, campione >>, rispose suo padre.
Era tutto finito, ormai. La maledizione era infranta, Coșmarul era sparito dalla sua vita.
Per la prima volta dopo tanto tempo, quella notte, dormì sereno.
Era un sopravvissuto.


Epilogo

Era passato un anno da quando James era sfuggito al demone Coșmarul.
La sua vita era tornata alla normalità, e l'azienda aveva approvato il suo progetto, promuovendolo.
Nessuno aveva saputo più niente della zingara, non era stata più vista nel quartiere del mercato.

James dormiva in camera sua, quella sera, dopo una giornata impegnativa presso la sua azienda.
All'improvviso udì un rumore provenire dal corridoio, e il ricordo del demone gli fece correre un brivido lungo la schiena. " Mi sto facendo suggestionare ", pensò.
Ormai quella maledizione non esiste più ".
Si affacciò sul corridoio, scoprendo che il rumore era stato causato dal vento. L'uomo stava per tornare a letto, quando all'improvviso udì un urlo provenire dalla camera da letto di suo figlio.
Claire si svegliò di colpo e corse da suo marito.
<< Mike! Cosa succede? >>, gridò James.
<< Apri la porta, Mike>>, aggiunse sua moglie.
Dall'interno della stanza Mike continuava ad urlare.
<< Mike, dannazione, apri la porta! >>, gridò suo padre.
Di colpo, le urla cessarono.
<< Claire, portami l'estintore. Sfonderò la porta >>, disse James.
Claire ubbidì, e l'uomo aprì un passaggio nella porta, entrando in camera.
Un odore metallico gli causò immediatamente un conato.
Sul pavimento della stanza giaceva il corpo dilaniato di suo figlio, in una pozza di sangue.
Un dito di Mike puntava verso un muro della stanza, e James non riuscì a trattenere un urlo pieno di paura. Sul muro, scritto con il sangue, c'era un nome. Coșmarul.
Fu in quel momento che James ricordò le parole della zingara.

Che tu sia maledetto, tu e tua familia ".


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Commenti: 13
  • #1

    martina (domenica, 19 giugno 2016 10:56)

    È un racconto stupendo ..da brivido. .complimenti continua così :) sei il mio scrittore preferito , con te ho ritrovato la voglia di leggere ❤

  • #2

    Christian Scarpa (domenica, 19 giugno 2016 11:10)

    Grazie mille amore mio :) Sono davvero felice che il racconto ti sia piaciuto ;) Ti amo :*

  • #3

    Andrea P. (domenica, 19 giugno 2016 11:30)

    Ho appena finito di leggerlo!! mi viene solo una parola: AVVINCENTE, nel senso che mi ha letteralmente incollato allo schermo...bravo christian, sembra un racconto uscito da una raccolta di Poe! Hai mai pensato di partecipare ad un contest o una cosa del genere? :-D

  • #4

    Christian Scarpa (domenica, 19 giugno 2016)

    Andrea ti ringrazio davvero tanto per il commento. Dire che questo racconto sembra uscito da una raccolta del grande Edgar Allan Poe vuol dire davvero molto per me :) Grazie davvero :)

  • #5

    Christian Scarpa (domenica, 19 giugno 2016 13:38)

    P.S: Come ora ho poco tempo da dedicare ad un eventuale concorso letterario, ma non è esclusa una mia futura iscrizione :)

  • #6

    Michela Z. (martedì, 21 giugno 2016 20:40)

    Un racconto che ti prende fin da subito, avvincente ed originale nel suo avvicendarsi di eventi inaspettati e suggestivi...un racconto che, per chi piace questo genere, deve essere assolutamente letto!!!! Bravo davvero!

  • #7

    Christian Scarpa (martedì, 21 giugno 2016 20:46)

    Grazie davvero per la tua recensione, Michela :)

  • #8

    Federica (alexzmaho) (sabato, 25 giugno 2016 11:17)

    Ho letto il racconto d'un fiato (e come al solito, per colpa tua, non dormirò per qualche notte!) La storia è molto avvincente :) potresti fare un libro di vari racconti :)
    P.S. Adoro questi finali alla R.L.Stine!

  • #9

    Christian Scarpa (sabato, 25 giugno 2016 11:43)

    Federica ti ringrazio per il commento :) In effetti, la mia idea è proprio quella di creare una raccolta dei miei racconti horror, ma ora come ora mi manca il tempo materiale (esami, ospedale...).
    Appena avrò scritto altri racconti inizierò a raccoglierli in un libro :)
    Grazie ancora :)

  • #10

    Laura (lunedì, 27 giugno 2016 13:20)

    Sei riuscito a sorprendermi! Il finale è veramente da brivido, ma soprattutto inaspettato! :) La storia poi è molto coinvolgente e permette di immedesimarsi nel protagonista...per questo l'hai resa bellissima e piacevole da leggere! :)

  • #11

    Christian Scarpa (lunedì, 27 giugno 2016 15:29)

    Ti ringrazio Laura :) Era proprio quello che volevo ottenere scrivendo questo racconto: brivido, sorpresa e coinvolgimento :)

  • #12

    Loredana (giovedì, 27 ottobre 2016 22:18)

    Avvincente.
    Un po' brusco sul finale, ma probabilmente è stata una scelta :)

  • #13

    Christian Scarpa (venerdì, 28 ottobre 2016 09:13)

    Grazie per il commento :) Si, è stata una mia scelta :) Scene così sono presenti in tutti i miei racconti ;)